Ciccio, il riccio
In un bosco, insieme a tanti altri animali,
viveva Ciccio, il riccio.
Per tutta l'estate aveva giocato,
mangiato tanto ed era diventato
grasso grasso e i suoi amici,
gli scoiattoli e le marmotte
gli avevano dato quel nome: Ciccio.
Una mattina il riccio si sveglia,
gli avevano dato quel nome: Ciccio.
Una mattina il riccio si sveglia,
una foglia che è caduta dall'albero
dove c'è la sua tana gli ha fatto
il solletico al naso.
Ciccio sbadiglia, si stiracchia,
guarda in su e vede che l'albero
ha tante foglie gialle. Che succede?
Le foglie si staccano dall'albero,
danzano un po' nell'aria e poi
cadono sull'erba.
cadono sull'erba.
Ce ne sono già tante in terra,
sembra un tappeto!
Ma che sonno! Ciccio ha capito,
è il momento di addormentarsi.
E' arrivato l'autunno, è l'ora di dormire.
Riposerà per tutto l'inverno
Riposerà per tutto l'inverno
e si sveglierà a primavera.
Ciccio non ha bisogno di svegliarsi e
mangiare come Pic, lo scoiattolo
perchè tutto quel grasso che ha
addosso gli basterà.
Pic, lo scoiattolo, ha riempito la sua tana
di noci, ghiande e tante altre cose buone.
Ogni tanto si sveglierà, mangerà un po'
e si addormenterà di nuovo.
e si addormenterà di nuovo.
Gli occhi di Ciccio vogliono chiudersi,
ma prima di addormentarsi
deve salutare i suoi amici, il suo albero.
"Ciao a tutti, ci rivedremo a Primavera!"
Il quel momento passa una rondine...
"Ciao Ciccio, parto per un lungo viaggio,
vado a trovare il sole caldo,
ci rivedremo quando il tuo albero
avrà rimesso nuove foglie verdi".
"Ciao rondinella, buon viaggio e sii prudente".
Ciccio chiude gli occhi e si addormenta felice.
GLI ANIMALI SI SALUTANO
Un giorno, in un bosco lontano lontano.
lo scoiattolo Croc e l'orso Dudù, se ne andavano,
con cesti e gerle, alla ricerca di provviste
per il lungo inverno.
Già le foglie si staccavano dai rami, il vento soffiava,
cadeva qualche goccia di pioggia: era proprio l'Autunno.
Croc e Dudù si affrettavano a raccogliere noci, nocciole,
ghiande, e tutte le cose buone che trovavano.
Ad un tratto incontrarono la marmotta Amelia e il riccio Pungione,
adagiati beatamente su un mucchio di foglie secche.
Croc e Dudù salutarono i loro amici dicendo: "Salve!
Perchè state lì a poltrire invece di riempire le dispense
per l'inverno?". Marmotta Amelia e riccio Pungione
sbadigliarono dicendo: "Che sonno... noi siamo già pronti
per iniziare il lungo riposo invernale. Non abbiamo bisogno
di provviste, perchè non ci svegliamo a mangiare come voi!
Il cibo che abbiamo mangiato ci basterà fino a Primavera.
Vedete come siamo ingrassati!".
Croc e Dudù allora risposero: "Noi invece dobbiamo affrettarci
a raccogliere qualcosa da mangiare, perchè durante l'inverno
ci sveglieremo di tanto in tanto, a fare un pranzetto".
A quel punto sfrecciò nel cielo la rondine Cesira:
era venuta a salutare i suoi amici, prima di partire
per i paesi caldi. "Ciao amici, - disse - ormai gli insetti
cominciano a scarseggiare ed io non posso più rimanere.
Mi attende un lungo viaggio... ci rivedremo la prossima Primavera!".
I nostri amici, a quel punto, si salutarono augurandosi
buon letargo e buon viaggio.
Un giorno, in un bosco lontano lontano.
lo scoiattolo Croc e l'orso Dudù, se ne andavano,
con cesti e gerle, alla ricerca di provviste
per il lungo inverno.
Già le foglie si staccavano dai rami, il vento soffiava,
cadeva qualche goccia di pioggia: era proprio l'Autunno.
Croc e Dudù si affrettavano a raccogliere noci, nocciole,
ghiande, e tutte le cose buone che trovavano.
Ad un tratto incontrarono la marmotta Amelia e il riccio Pungione,
adagiati beatamente su un mucchio di foglie secche.
Croc e Dudù salutarono i loro amici dicendo: "Salve!
Perchè state lì a poltrire invece di riempire le dispense
per l'inverno?". Marmotta Amelia e riccio Pungione
sbadigliarono dicendo: "Che sonno... noi siamo già pronti
per iniziare il lungo riposo invernale. Non abbiamo bisogno
di provviste, perchè non ci svegliamo a mangiare come voi!
Il cibo che abbiamo mangiato ci basterà fino a Primavera.
Vedete come siamo ingrassati!".
Croc e Dudù allora risposero: "Noi invece dobbiamo affrettarci
a raccogliere qualcosa da mangiare, perchè durante l'inverno
ci sveglieremo di tanto in tanto, a fare un pranzetto".
A quel punto sfrecciò nel cielo la rondine Cesira:
era venuta a salutare i suoi amici, prima di partire
per i paesi caldi. "Ciao amici, - disse - ormai gli insetti
cominciano a scarseggiare ed io non posso più rimanere.
Mi attende un lungo viaggio... ci rivedremo la prossima Primavera!".
I nostri amici, a quel punto, si salutarono augurandosi
buon letargo e buon viaggio.
LUNGACODA, SCOIATTOLINO DISTRATTO
Lungacoda era uno scoiattolino tanto simpatico quanto distratto.
Una mattina, mentre giocava a nascondino con i suoi amici,
una vecchia cornacchia gli disse: "Ehi, Lungacoda, ti sei accorto
che è arrivato l'autunno? Quando ti decidi a rifugiarti nel tuo nido?
A proposito, ti sei ricordato di preparare le provviste per l'inverno?
Senti come fa freddo!". Lungacoda smise di giocare, alzò il musetto
e fiutò l'aria: "E' proprio vero che fa piuttosto fresco, hai ragione,
l'inverno è vicino!". Incominciò immediatamente a preparare
le provviste, ma, disordinato com'era, ammucchiò noci, nocciole,
pigne e castagne, un po' qui un po' là, senza prestare molta
attenzione al luogo in cui le riponeva. Quando gli parve di avere
provviste a sufficienza per il lungo inverno, disse: "Ecco, ho preparato
tutto. Ora andrò nella mia tana e dormirò. Così, quando mi sveglierò
e avrò fame, mangerò prima le noci, poi le castagne, poi le nocciole...
Non avrò alcuna preoccupazione: sono davvero bravo!".
Con due saltelli e una corsetta raggiunse la sua tana, che si trovava
nel tronco di un grande abete, e si mise a dormire.
Purtroppo, quando si svegliò, la neve copriva tutto il bosco
e Lungacoda , distratto com'era, non si ricordava più dove aveva messo
le provviste. Allora si rimise a dormire sognando noci, nocciole,
castagne e ghiande in quantità. Ma... il suo amico più caro...........
(I bambini inventano il finale della storia)
I RANOCCHI CAPRICCIOSI
Il sole di novembre era così caldo che sei giovani ranocchi
saltarono fuori dall'acqua e si sdraiarono sopra un tronco.
"Groà, groà!" gracidarono felici.
"E' tempo di dormire - disse mamma ranocchia - venite presto...
Faremo un lungo sonno fino a primavera, sotto il fango tiepido
e profondo". "No - dissero - il tempo è bello e fa caldo: è presto
per dormire. Vogliamo stare qui al sole. C'è ancora tempo
e noi restiamo". "Assolutamente no!" gridò la mamma.
"Groà, groà..." risposero i ranocchi capricciosi e ostinati.
A questo punto una nuvola nascose il sole: il tronco su cui
erano posati i sei ranocchi divenne gelido e tutto il mondo
intorno sembrò grigio e freddo. I sei ranocchi rabbrividirono,
un brivido per ciascuno, e si tuffarono nell'acqua.
Seguendo mamma ranocchia, nuotarono nell'acqua fredda
e si immersero giù giù nel fango tiepido.
Zitti e ubbidienti si misero subito a dormire.
Una mattina, mentre giocava a nascondino con i suoi amici,
una vecchia cornacchia gli disse: "Ehi, Lungacoda, ti sei accorto
che è arrivato l'autunno? Quando ti decidi a rifugiarti nel tuo nido?
A proposito, ti sei ricordato di preparare le provviste per l'inverno?
Senti come fa freddo!". Lungacoda smise di giocare, alzò il musetto
e fiutò l'aria: "E' proprio vero che fa piuttosto fresco, hai ragione,
l'inverno è vicino!". Incominciò immediatamente a preparare
le provviste, ma, disordinato com'era, ammucchiò noci, nocciole,
pigne e castagne, un po' qui un po' là, senza prestare molta
attenzione al luogo in cui le riponeva. Quando gli parve di avere
provviste a sufficienza per il lungo inverno, disse: "Ecco, ho preparato
tutto. Ora andrò nella mia tana e dormirò. Così, quando mi sveglierò
e avrò fame, mangerò prima le noci, poi le castagne, poi le nocciole...
Non avrò alcuna preoccupazione: sono davvero bravo!".
Con due saltelli e una corsetta raggiunse la sua tana, che si trovava
nel tronco di un grande abete, e si mise a dormire.
Purtroppo, quando si svegliò, la neve copriva tutto il bosco
e Lungacoda , distratto com'era, non si ricordava più dove aveva messo
le provviste. Allora si rimise a dormire sognando noci, nocciole,
castagne e ghiande in quantità. Ma... il suo amico più caro...........
(I bambini inventano il finale della storia)
I RANOCCHI CAPRICCIOSI
Il sole di novembre era così caldo che sei giovani ranocchi
saltarono fuori dall'acqua e si sdraiarono sopra un tronco.
"Groà, groà!" gracidarono felici.
"E' tempo di dormire - disse mamma ranocchia - venite presto...
Faremo un lungo sonno fino a primavera, sotto il fango tiepido
e profondo". "No - dissero - il tempo è bello e fa caldo: è presto
per dormire. Vogliamo stare qui al sole. C'è ancora tempo
e noi restiamo". "Assolutamente no!" gridò la mamma.
"Groà, groà..." risposero i ranocchi capricciosi e ostinati.
A questo punto una nuvola nascose il sole: il tronco su cui
erano posati i sei ranocchi divenne gelido e tutto il mondo
intorno sembrò grigio e freddo. I sei ranocchi rabbrividirono,
un brivido per ciascuno, e si tuffarono nell'acqua.
Seguendo mamma ranocchia, nuotarono nell'acqua fredda
e si immersero giù giù nel fango tiepido.
Zitti e ubbidienti si misero subito a dormire.
PICCOLO RICCIO E SCOIATTOLINO
(Storia inventata dai bambini)
Piccolo Riccio e Scoiattolino erano molto amici.
Giocavano sempre insieme.
Quando è arrivato l'autunno, hanno raccolto:
noci, castagne e nocciole.
Poi ha cominciato a fare freddo e Scoiattolino
ha detto: "Dobbiamo andare nella nostra tana e dormire".
Piccolo Riccio si è messo a piangere perchè non voleva
lasciare il suo amico. Scoiattolino gli ha detto:
"Vieni a dormire vicino al mio albero."
Così Piccolo Riccio si è messo a dormire sotto
un mucchio di foglie, vicino all'albero di Scoiattolino.
CHIOCCIOLINA COSA FAI?
che vanno in letargo, trovate su guide didattiche
e riviste...
4 commenti:
Complimenti...
Brava!
Ottima raccolta e tanti spunti. Grazie
Belle storie Autunnali!Grazie
Posta un commento